Abbiamo dinanzi a noi tre pozzi da cui attingiamo:

  • Il pozzo degli automatismi
  • Il pozzo delle possibilità (è possibile cambiare il nostro sguardo: sono le imprevedibili sorprese della vita)
  • Il pozzo “grande” della Misericordia (che è un dono)

Questi tre pozzi dobbiamo farli funzionare in modo corretto, senza confonderli tra loro.

Per sostenere la conversione del nostro sguardo, prendiamo l’icona  tratta da Gv 20,1-18 : Maria di Magdala va di buon mattino al sepolcro, trova la pietra srotolata e corre dagli apostoli. Pietro e l’altro discepolo corrono a vedere.

Gesù è morto, è la grande sconfitta dal punto di vista umano. Tutti tornano a casa spauriti ma conservano nel cuore un pizzico di speranza.

In Luca, Matteo e Marco si pone l’accento sulle donne che si pongono la domanda: “Chi srotolerà per noi la pietra sepolcrale?” Ma quando arrivano sul posto trovano che la pietra è già stata srotolata.

Spesso nella nostra vita il mucchio di problematiche che ci opprime spinge a chiederci: “Chi mi toglierà di dosso tutti questi pesi?”

Ma, il Signore è già passato tra le nostre insufficienze: Lui ci precede sempre nelle nostre fatiche.

Dove meno ce lo aspettiamo Dio irrompe: è lo stile della salvezza cristiana!

Sogniamo tutti una vita tranquilla e senza scossoni, eppure le nostre storie personali sono fatte di lacrime, di delusioni, di riprese, di inizi, di ritorni, di cominciamenti.

Incombe su di noi il peso del silenzio, il peso di non sentirsi protagonisti, il peso di accorgersi di essere minoranza. Tutti aspiriamo alla stabilità e crediamo che la nostra salvezza stia nel trovare un equilibrio, a tutti i costi. Ma la realtà ci fa toccare con mano che tutto è instabile, vulnerabile; tutto è disequilibrio.

Pertanto la nostra sfida comune è abitare questa caotica e contraddittoria realtà e cogliere in essa il Signore che passa e che ci visita.

Ma come riconoscerlo?

Gesù ci dice: “Venite a me voi tutti che siete stanchi ed oppressi ed io vi darò riposo” (Mt 11,25-30)

Gesù continua ad attraversare la vita degli uomini, ed è così che finisce con l’incrociare anche un cieco che sta seduto lungo la strada. (Mc 10, 46-52) Si tratta di un uomo che “ha consapevolezza” della propria storia: è cieco , sta a mendicare, il suo nome è Bartimeo; occupa uno spazio: sta seduto lungo la strada; viene da un preciso contesto : è il figlio di Timeo.

In ogni nostro cammino c’è sempre un punto di partenza; è importante riconoscere dove ci si trova e da quale contesto si viene. Ogni uomo è “situato” e al contempo “in situazione”. Situato in quanto collocato in uno spazio e in un tempo; in situazione in quanto chiamato a mettersi in cammino.

E’ fondamentale per chiunque mettere sul tavolo ciò che si è, ma con la consapevolezza che si tratta sempre solo di una parte di se stessi e che c’è ancora in fieri una storia che non si conosce. Tutto ciò è una grande terapia contro la depressione, l’esaurimento e il burnout: sono questo, so qualcosa di me, ma non sono tutto qui.

La conversione dello sguardo, il cambiamento dello sguardo è ben altro di un’immagine poetica e non è affatto un’operazione semplice ed immediata. Ad ostacolarlo cospirano una serie di automatismi (generati dal contesto culturale, economico, sociale, familiare in cui siamo collocati) che abbiamo interiorizzato, senza esserne consapevoli e che se non identificati ci sopraffanno.

Ne citiamo alcuni:

L’Istituto Secolare Orionino della Regione Italia, presso la Casa di Spiritualità dei Padri Barnabiti di Eupilio, ha incominciato il 22 agosto 2023, la sua annuale settimana comunitaria, tempo di ascolto della Parola di Dio e tempo di fraternità.

L’incipit, dato dal padre predicatore Don Paul Vincent Kabore FDP, ha messo subito in evidenza che in tale tempo di grazia, le partecipanti saranno sollecitate a prestare attenzione non tanto al “cosa si è detto”, quanto piuttosto al “ciò che è accaduto”.

Il tema, proposto dal predicatore al gruppetto delle consacrate secolari, suona così: “La conversione dello sguardo; leggere la realtà a partire dalla debolezza”. Ma il termine “conversione” non deve risuonare come un semplice invito ad essere “più buoni”, bensì come esortazione a vedere le cose dentro un’altra logica; ad imparare ad ospitare nella vita personale un altro tipo di sguardo come dono.

Ciò implica, senza alcun dubbio, tutto un cammino da compiere, l’accoglienza incondizionata di Qualcuno che ci rimandi quel nuovo sguardo di cui tanto necessitiamo e l’accettazione della fatica del ripartire, nella consapevolezza di dover mettere da parte tutte quelle misure, tutte quelle cose che si sono sempre date per scontate.

In questi giorni le consacrate secolari sono accompagnate e sostenute anche dalla parola del loro Assistente Spirituale Regionale , don Carlo Marin FDP

Lunedì, 14 Agosto 2023 23:54

Festa dell'Assunzione di Maria in cielo

È festa per gli angeli in Cielo: Maria è assunta nella gloria. È festa per gli uomini in terra: Dio non smette di benedire il suo popolo. La festa di oggi è la festa della fedeltà di Dio, di quel Dio che continua a dirci non vi mollerò, perché Dio ama la storia e nulla disprezza di quanto ha fatto (Sap 11). Il Dio fedele bussa “alla porta del cuore” di una donna, di una laica, che si definisce “una misera serva”. Lei, Maria, ha saputo fare spazio al “nuovo avvento di Dio nella storia” (cfr. Rosana Virgili, biblista). Maria, attenta ai segni dei tempi, si apre alle sorprese di Dio.

Giovedì, 03 Agosto 2023 23:24

Sussidi per vivere la Lectio Divina

 Un testo base ed una presentazione rielaborati sulla falsa riga del testo " L'arte della buona battaglia" di Fabio Rosini 

Da una meditazione di don Fabio Rosini

«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo». L’atto di dare via tutti i propri averi viene normalmente inteso come un’azione di abnegazione e rinuncia, qualcosa che si fa in un’ottica di distacco e sacrificio… niente di più lontano dal Vangelo.

Mai, in nessun luogo, il Signore propone nessuna rinuncia se non in vista di qualcosa di molto più grande e valido. In questo testo, per esempio, l’uomo dà via tutto quel che ha pieno di gioia, perché ha trovato molto di più.

Non esiste alcuna negazione, nel cristianesimo, se non nell’ottica dell’apertura a qualcosa di superiore. Se Dio ci chiede qualcosa è sempre perché ci sta offrendo molto di più. Chi perde la propria vita per amore di Cristo, lo fa perché è proprio così che trova la vita che non si perde più . Non si tratta mai di perdere, ma, al contrario, di acquisire.

Martha Lilián Fernández è ritornata alla Casa del Padre il 22 luglio 2023.

È nata il 2 luglio 1966 a Barranqueras, Chaco. E’ stata accolta nell’Istituto Secolare Orionino il 02-05-2012, emettendo i Primi Voti il ​​21-01-16 e i Voti Perpetui il 22-01-21.

Lilián era una donna totalmente dedita  a Dio, che amava tanto, e al prossimo. La ricorderemo sempre per la sua gioia serena, per la sua tenerezza e per il suo tratto amorevole verso tutti.

Il suo amore la portò a una dedizione totale e instancabile al regno di Dio. Responsabile dell'Istituto, in Argentina, si adoperò sempre con grande responsabilità e affetto fraterno. Ha operato nell’ambito di pastorali diverse, con grande umiltà e semplicità. Sempre pacata,  sorridente e pronta.