Tutta la nostra esperienza di fede è tessuta sull’attesa del Signore ed è scandita dal grido: “Vieni Signore Gesù, maranathà!” Tutta la nostra vita è un’uscire, un andare incontro allo sposo.
Tutte le dieci vergini prendono le loro lampade: ognuna porta con sé il proprio corpo, la propria umanità, però qualcuna "con" l’olio e qualcun’altra "senza" olio.
L’olio è lo Spirito Santo, è l’amore dispendioso. L'olio è l'amore non trattenuto. Camminare senza olio è un camminare spento. Viaggiare senza olio è un viaggio spento. Un ministero senza olio è un ministero apatico. Un servizio senza olio è un servizio che spersonalizza. Un matrimonio senza olio è un matrimonio che muore. Una politica senza amore uccide. Un volto senza olio allontana l’altro.
Gesù, «nella sua azione pastorale», fa dell’incontro il suo stile. Sa fermarsi per affrontare il rischio a cui espone ogni incontro. Si lascia toccare dalle domande. Il dottore della legge gli chiede: «Maestro (…) qual è il grande comandamento?» (Mt 22, 36). Gesù non fa un elenco di precetti, non sciorina un litania di cose da fare. Gesù sintetizza tutto così: Ama!
Gesù domandò loro: "Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?". Distinguere, mai confondere. Distinguere mai sostituire: il primato è di Dio. Il primo posto spetta a Dio. "Ci ha chiamati per nome". Chiediamoci: Cosa/chi regge la mia vita? Di chi sono proprietà? Dei titoli? Del ruolo?. "Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" (Mt 22, 20). Cosa non riesco a dare di me a Dio? Cosa non riesco a consegnargli?
Spirito Santo, luce dei cuori, aiutaci a decentrarci,a fare spazio al Dio della lavanda dei piedi. Spirito Santo soffia sui nostri sentimenti di scontentezza, di rabbia e donaci i sentimenti di Cristo. Così sia!
Dio è il vignaiolo ed è sempre al lavoro: non si risparmia. Cura con ostinazione ogni dettaglio della sua vigna. Visita noi, sua vigna, sorprendendoci.
Ma noi ci lasciamo sedurre dai "capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo", da altre voci e camminiamo spesso chiusi in noi stessi, sordi e ciechi emozionalmente, freddi di cuore.
Dio, però, nonostante la nostra impermeabilità continua a perdere tempo con noi. La sua tenacia, nel Vangelo , si vede nei suoi vari tentativi nel tessere un’ alleanza con noi. Perché Dio perde il tempo a stare dietro a me? Per una sola ragione: gli appartengo
! Quelle siepi, quelle viti, quel torchio e quella torre (Mt 21, 33-34) sono un regalo o meglio ancora, possiamo dire che tutte quelle doti, quei frutti e quelle abilità che abbiamo ricevuto, non sono neppure un regalo, ma un prestito: non sono “nostri” ma ci sono stati dati “in affitto”.
Noi invece vorremmo sentirci padroni/titolari di ciò che siamo e abbiamo. Gioca in noi una paura di fondo: non essere proprietari e titolari di ciò che ci è dato. Ci disturba il fatto che questa vita non dipenda da noi, non nasca da noi; pretendiamo di essere gli autori di tutto. E così tutti i nostri sforzi sono rivolti ad “impadronirci” della vita nostra e altrui.
Due figli, a prescindere dalla loro risposta e disponibilita, sono sempre chiamati e riconosciuti figli. Sono figli perché amati a dispetto di ogni loro possibile risposta ed azione. Il nostro essere figli, infatti, non è funzionale a ciò che facciamo. Il nostro essere figli non è funzionale a quanti errori abbiamo fatto o faremo. Siamo figli perché abbiamo lo stesso Dio Padre. E davanti a Dio siamo tutti mendicanti.
Nella parabola Dio esce sempre, è sempre in movimento. Dio ci cerca a tutte le ore; Dio ci tende la mano a tutte le ore: siamo chiamati. Nessuno è escluso!
Siamo tutti chiamati ad essere operai della vigna, cioè a raccogliere il frutto che è l’amore del Padre e l’amore dei fratelli. E non c’è età che tenga! Sulla piazza della vita siamo talvolta protagonisti e talvolta distratti, annoiati, spenti, seduti sul divano. Eppure Dio non smette di scommettere su di noi. Dio non smette di dirci “Io tengo a te”. “Io vado matto per te”. «Tu sei importante a miei occhi». E continua ad uscire per venirci a cercare!
Il 18 novembre 2017 si è concluso a Roma, presso la casa dei Fratelli delle Scuole Cristiane, l'incontro organizzato "dall'Associazione Famiglie Carismatiche" .Sono stati giorni pieni di entusiasmo e speranza che ci hanno impegnato a riflettere su:
- conoscere di più le Famiglie Carismatiche
- sensibilizzare alla comunione, alla formazione e alla collaborazione
- agire con più significatività nell'evangelizzare secondo i propri carismi.
Tali incontri sono in atto da diversi anni e sono nati sotto l'impellente invito di Papa Francesco a vivere "in comunione" non solo dentro la propria Famiglia Carismatica (religiosi e laici) ma con tutte le Famiglie Carismatiche presenti nella Chiesa, affinchè, in questa epoca, la Vita Consacrata sia autentica presenza profetica.
Si sta svolgendo presso Villa San Biagio (Fano ) l'incontro nazionale dell'ISO italiano. Don Vincenzo Alesiani, FDP, già Assistente Generale dell'Istituto ha accolto le partecipanti nel giorno in cui la chiesa celebra la visitazione di Maria ad Elisabetta(31 maggio). Un evento liturgico, questo, che orienta la vocazione secolare consacrata (scarica il testo)
In questo Anno della Fede , in cui il Papa ha invitato i credenti a riscoprire la bellezza dell'essere cristiani, anche le consacrate dell’ISO si sono soffermate ad approfondire questo tema.