Crescere nella vita spirituale significa smettere di essere permalosi. Eppure c'è un aspetto che ci accomuna in molti: siamo suscettibili. Piccole cose ci fanno scattare, reagire, anche in modo forte. E questo perché siamo così tanto bisognosi di amore, siamo così tanto disperati nel desiderare amore che la paura di rompere tutto l'equilibrio creato ci carica di tensione.

Nella vita spirituale invece, tu fai un'esperienza immensa di amore: ti consegni, ti affidi, confidi, cerchi di rimanere fedele, di attraversare tutto ciò che va vissuto, fino ad arrivare al punto in cui accogli tutto. Accogli il silenzio, l'incomprensione, anche l'esclusione, l'umiliazione. E proprio in questa accoglienza radicale c’è il Signore.

Incontrare il "Regno" , cioè incontrare Gesù è il vero e il più grande affare della vita, è il tesoro.Non ci sono rimpianti : c'è la gioia di un'inestimabile ritrovamento. L'accento non è su "ho lasciato" ma su "ho trovato". L'accento non è su "ho venduto il campo" ma su " ho trovato un tesoro". Proprio perchè incontrare Gesù è l'occasione unica della vita si decide di appartenere a Lui , che è il teaoro e la perla. La misura del discepolo è "l'appartenenza" non il "distacco". Il Regno di Dio funziona così: può capitare all'improvviso, non si può tergiversare, non bisogna farsi sfuggire l'occasione.

Il Signore passa accanto a noi in mille modi e nei tempi più impensabili a noi la fatica del discernere tra i falsi tesori e le perle fasulle che rassomigliano all'oro ma che sono bigiotteria.

Lo stupore e la gioia  provenienti dal tesoro e dalla perla ci portano a cndividerli con gli altri. Disse Benedetto XVI: " Chi ha scoperto Cristo deve portare altri verso di Lui: una grande gioia non si può tenere per sè, bisogna trasmetterla. Aiutate gli uomini a scoprire la vera stella che ci indica la strada Gesù Cristo. "

Tu sei la perla preziosa (canto)

 

 

 

 

 

Giovedì, 02 Luglio 2020 22:36

3 Luglio : una data da ricordare

Il 3 Luglio 1892 si ricorda l’inizio del primo oratorio del chierico Orione, che a soli 20 anni, incomincia a radunare intorno a sé i giovani portandoli ad un sano divertimento e soprattutto a Dio.

Luigi Orione, si avvicina con tratto discreto e, giovane seminarista, in modo esemplare, si accosta a Mario Ivaldi, cacciato per motivi disciplinari dal catechismo. Gli rivolge domande semplici ma che esprimono tutta la sua premura e il suo interesse: cosa ti è successo? perché piangi? ti farò io un po' di catechismo”. E da lì, “scaldato” il cuore del giovane, viene fuori una bella e profonda relazione. Da lì inizia tutta l’opera educativa di Don Orione.

E' noto l'amore immenso che don Orione nutriva per il Successore di Pietro: il Papa.

Scriveva: " ... il mio più dolce e grande amore è il Papa, cioè Cristo; il Papa , per me e per voi è Gesù Cristo stesso: < il dolce Cristo in terra>>, diceva Caterina da Siena. Amare il Papa è amare Gesù Cristo. Onde dobbiamo avere a singolarissima grazia del Cielo di logorare, di consumare e dare la vita umilmente e fedelissimamente, ai piedi della Chiesa e per la Santa Chiesa, per i Vescovi e per il Papa.

Il 23 giugno la Famiglia Orionina festeggia i "148 anni" del suo Fondatore . Don Orione , sull’esempio di Gesù, aveva ben compreso che l’amore che dà la vita si esprime così: io non sono più il centro.

L'amore è decentrarsi, farsi dono. Don Orione aveva capito che il Signore dandogli  un carisma non glielo stava dando per lui stesso. E’ strano, ma Dio ci mette nelle mani un pezzo di pane "per dare" da mangiare e non per mangiarlo noi.

E nel suo donarsi, il nostro Santo si è sempre mostrato, anzi è divenuto, “benedizione” per quanti incontrava. Sul suo esempio, anche noi siamo chiamati a diventare una benedizione; solo così potremo raggiungere la pienezza della nostra umanità. Tutti abbiamo bisogno di avere "qualcuno a cui guardare", esempi concreti che ci facciano capire come si fa a vivere.

Don Orione è senza alcun dubbio un esempio, un testimone "affidabilissimo"

 

Domenica, 21 Giugno 2020 09:48

Una meditazione sulla santità

Nel giorno in cui ricordiamo l'onomastico e il battesimo di san Luigi Orione, proponiamo una meditazione sulla santità, a cura di d Achille Morabito, FDP (in allegato il testo base e la relativa presentazione)

I santi sono per noi immagine di quello che dovremmo vivere. E dall'imitazione e dal riempire i nostri occhi del loro esempio, a un certo punto, iniziamo a somigliarvi.

 

Gesù vuole nutrirci della relazione con lui. E se abbiamo fatto esperienza di come le relazioni possono cambiare la qualità della nostra vita, possiamo assaporare forse cosa significa vivere nella relazione con Gesù attraverso l’Eucaristia.

L’Eucaristia è la dichiarazione d’amore di Dio per ogni uomo, perché in essa Egli dice che vuole nutrirci con la sua vita, vuole darsi a noi corpo e sangue, cioè con tutta la sua persona. È un atto coraggioso, perché Dio si espone anche al rifiuto. Come ogni vero amante ci lascia nella libertà di accogliere o meno il suo dono.

Gesù è il pane disceso dal cielo, la sapienza di Dio, e ci chiede di lasciarci coinvolgere nella sua vita, facendo nostra la logica dell’amore e della condivisione.

Papa Francesco nell'omelia della Messa della Solennità del Corpo e Sangue del Signore , ci ha consegnato una forza sorprendente che scauturisce dalla consapevolezza che : "L'EUCARISTIA GUARISCE LA NOSTRA MEMORIA".

    Il 3 giugno 2020 i membri del Gruppo Studi Orionino, impossibilitati agli spostamenti a causa della pandemia, si sono dati appuntamento via streaming per accogliere la testimonianza del Cardinale Konrad Kajewski, Elemosiniere di Papa Francesco, sul suo ministero di carità.

Don Corrado, come è noto ama farsi chiamare, ha sottolineato che prima di andare dai poveri, occorre “abbronzarsi” dinanzi al Tabernacolo. Questa era la strategia di Giovanni Paolo II, questa è la linea di azione di Papa Francesco: un’ora di adorazione eucaristica giornaliera.

Se non andiamo nel nome del Signore, non solo non porteremo il suo profumo, ma saremo solo cattivi operatori sanitari poiché persino sprovvisti della relativa competenza professionale.

I principi e i dinamismi del discernimento spirituale orionino: ascolto, fede, generosità, missione

Data la definizione di discernimento e individuati ambiti e modalità differenti con i quali esso si presenta, utilizzando lettere e documenti del Fondatore, ci si sofferma su quattro dinamiche, sui principi o sensibilità propri del discernimento spirituale orionino e si indicano le tappe proprie del discernimento vocazionale all’interno dell’Istituto Secolare Orionino. Attraverso questo processo, pare di poter concludere che i consacrati sono sicuramente pionieri e guide oltre il visibile. Le conclusioni di questo lavoro mirano a creare mentalità, sensibilità che portino ad uno sguardo introspettivo sulle qualità e le modalità delle proprie relazioni interpersonali, nonché sugli approcci con coloro che sono in ricerca.