Inoltre come Gesù che per farsi incontro a noi, non ha esitato a condividere la nostra condizione umana così i consacrati e le consacrate sono chiamati ad essere segno concreto e profetico di questa vicinanza di Dio, di questa condivisione con la condizione di fragilità, di peccato e di ferite dell’uomo del nostro tempo.
Il Vangelo ci dice anche che «il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui» (v. 33). Giuseppe e Maria custodiscono lo stupore per questo incontro pieno di luce e di speranza per tutti i popoli. E anche le persone consacrate, sono custodi dello stupore. Uno stupore che chiede di essere sempre rinnovato; guai all’abitudine nella vita spirituale; guai a cristallizzare i carismi in una dottrina astratta: i carismi dei fondatori non sono da sigillare in bottiglia,non sono pezzi da museo. I fondatori dei vari Istituti sono stati mossi dallo Spirito e non hanno avuto paura di sporcarsi le mani con la vita quotidiana, con i problemi della gente, percorrendo con coraggio le periferie geografiche ed esistenziali. Non si sono fermati davanti agli ostacoli e alle incomprensioni degli altri, perché hanno mantenuto nel cuore lo stupore per l’incontro con Cristo. Non hanno addomesticato la grazia del Vangelo; hanno avuto sempre nel cuore una sana inquietudine per il Signore, un desiderio struggente di portarlo agli altri, come hanno fatto Maria e Giuseppe nel tempio. Anche i consacrati sono chiamati oggi a compiere scelte profetiche e coraggiose.
Infine, dalla festa di oggi impariamo a vivere la gratitudine per l’incontro con Gesù e per il dono della vocazione alla vita consacrata. Com’è bello quando si incontra il volto felice di persone consacrate, magari già avanti negli anni come Simeone o Anna, contente e piene di gratitudine per la propria vocazione.
Cristo Gesù, nostra gioia e salvezza, cercato e trovato nella casa del Padre tuo da Simeone, uomo giusto,fa' che ti riconosciamo e ti incontriamo anche noi nelle membra sofferenti della tua Chiesa!



