Sabato, 07 Ottobre 2023 17:57

La nostra vita è una vigna che ci è stata affidata e che "non abbiamo voluto" noi: XXVIII Domenica del Tempo Ordinario - anno A

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Dio è il vignaiolo ed è sempre al lavoro: non si risparmia. Cura con ostinazione ogni dettaglio della sua vigna. Visita noi, sua vigna, sorprendendoci.

Ma noi ci lasciamo sedurre dai "capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo", da altre voci e camminiamo spesso chiusi in noi stessi, sordi e ciechi emozionalmente, freddi di cuore. 

Dio, però, nonostante la nostra impermeabilità continua a perdere tempo con noi. La sua tenacia, nel Vangelo , si vede nei suoi vari tentativi nel  tessere un’ alleanza con noi. Perché Dio perde il tempo a stare dietro a me? Per una sola ragione: gli appartengo

! Quelle siepi, quelle viti, quel torchio e quella torre (Mt 21, 33-34) sono un regalo o meglio ancora, possiamo dire che tutte quelle doti, quei frutti e quelle abilità che abbiamo ricevuto, non sono neppure un regalo, ma un prestito: non sono “nostri” ma ci sono stati dati “in affitto”.

Noi invece vorremmo sentirci padroni/titolari di ciò che siamo e abbiamo. Gioca in noi una paura di fondo: non essere proprietari e titolari di ciò che ci è dato. Ci disturba il fatto che questa vita non dipenda da noi, non nasca da noi; pretendiamo di essere gli autori di tutto. E così tutti i nostri sforzi sono rivolti ad “impadronirci” della vita nostra e altrui.

Lo stile di Dio è tutt’altro: egli consegna il suo stesso figlio, Gesù di Nazareth, lo scarto per eccellenza, che si dà per ciascuno di noi . Quello “scartato “ci redime. "La pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra d'angolo, questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? (Mt 21, 42). Solo Gesù si dà a tutti e non si sente per questo “diminuito”. Chiediamoci: Faccio memoria che la vita mi è stata data in affitto o pretendo di essere il titolare? La mia esperienza di fede ha a che vedere con gli scarti delle nostre strade? O la mia vita di fede si rinchiude negli ambiti delle mie vicende personali? Il destino di tutti i fratelli scartati (senza-tetto, senza-volto, migranti, emarginati) mi toccano, mi interpellano? Per quale dono ricevuto da Dio mi sento grato, oggi? Con l’aiuto dello Spirito Santo facciamo salire questa preghiera al Signore della storia: Dio delle sorprese rubaci il cuore, la mente e il corpo. Rendici solidali con gli “scarti” della storia. Il loro destino è il nostro destino. Perché, Tu, il Signore, sei uno di questi “scarti” (Mt 25). Così sia!

Dall’omelia di padre Vincent Paul Kabore , FDP