Venerdì, 25 Luglio 2025 15:32

Diario di Bordo – 25 Luglio 2025, Brasilia IV Assemblea Generale di Verifica – Famiglia Orionina

Oggi si sono conclusi i lavori della IV Assemblea di Verifica dell'ISO. Dopo aver partecipato con gioia alla preghiera delle Lodi insieme alla comunità del noviziato orionino di Brasilia — una celebrazione resa viva e universale dalla presenza di più lingue — le consacrate hanno vissuto un momento speciale di incontro con il Padre Provinciale, padre Jorge Henrique Rocha.

Ad aprire l’incontro è stata la Responsabile Generale, che ha offerto parole profonde e ispirate. Ha sottolineato come il carisma si alimenti nel dono reciproco, paragonando i membri della Famiglia carismatica a rami che traggono linfa dallo stesso tronco. Ha poi espresso sincera gratitudine per la calorosa accoglienza riservata alle sorelle durante la loro permanenza.

Il Padre Provinciale ha quindi presentato con passione e chiarezza la realtà della Provincia del Brasile, illustrandone la struttura, le sfide e le molteplici attività portate avanti con dedizione e spirito di servizio.

Tra i temi affrontati, si è dato spazio anche a una riflessione importante: la riservatezza delle consacrate secolari. Questa dimensione, prevista dalla Chiesa e ricca di significato, non è fine a sé stessa. È piuttosto una forma di presenza da vivere con prudenza e discernimento, sempre orientata alla missione evangelica.

La riservatezza negli Istituti Secolari non è un segreto da custodire, ma una modalità profonda e discreta di incarnare la consacrazione nel cuore del mondo. È ciò che consente ai membri di essere pienamente immersi nella società — nel lavoro, nella famiglia, nella cultura e nella politica — senza segni distintivi, ma con una presenza trasformante e silenziosa.

Gesù stesso nel Vangelo parla del lievito nella farina: un piccolo elemento nascosto che, pur invisibile, agisce dall’interno e trasforma tutto l’impasto. Questa immagine racchiude perfettamente la vocazione secolare: essere fermento di Vangelo nella quotidianità, senza clamore né visibilità, ma con autenticità e coerenza.

La riservatezza, dunque, non è anonimato né timidezza spirituale, ma un autentico strumento di fecondità evangelica. Permette di accedere a luoghi e situazioni che spesso resterebbero impermeabili a una presenza religiosa esplicita, diventando così segno del Regno di Dio anche nelle pieghe più nascoste della società.

Tuttavia, è fondamentale esercitare un discernimento attento. Non si tratta di nascondere sé stessi per paura o per conformismo, ma di scegliere consapevolmente una modalità di presenza che privilegi l’efficacia evangelica rispetto alla visibilità. In certi contesti può essere opportuno restare nel nascondimento; in altri, invece, è necessario esporsi e assumere incarichi che comportano maggiore esposizione.

È per questo che chi sente l’esigenza di custodire la propria riservatezza dovrà valutare con attenzione l’opportunità di accettare ruoli di responsabilità, i quali richiedono inevitabilmente una certa visibilità. La riservatezza, in ogni caso, resta sempre uno strumento al servizio della missione, mai un ostacolo o una giustificazione per sottrarsi ad essa.

5Radunateci attorno all’altare, abbiamo elevato il nostro grazie a Dio per quanto ha compiuto in questi giorni intensi, carichi di lavoro, di riflessione profonda, ma anche di serenità, gioia e autentica fraternità. È stato un tempo benedetto, in cui abbiamo camminato insieme, sorrette dallo Spirito e illuminate dalla Parola.

Durante la celebrazione della Santa Messa, la processione offertoriale è stata resa ancora più significativa da alcuni simboli, doni che le sorelle provenienti da diverse nazioni si sono scambiate. Un gesto semplice ma profondamente eloquente, che ha reso visibile quanto, nonostante le distanze geografiche, restiamo unite nel cuore, nella preghiera e nella missione.

Ogni simbolo portava con sé un frammento della nostra vocazione, del nostro cammino condiviso e della chiamata che ogni giorno ci è rinnovata:

  • La Regola di Vita, guida silenziosa ma potente, ci richiama a vivere da consacrate immerse nella realtà, fedeli al Vangelo e con lo sguardo rivolto al Regno.
  • Una borsetta, simbolo del nostro desiderio di leggerezza interiore: portare con noi solo l’essenziale, ciò che nutre lo spirito e ci rende libere per seguirLo con cuore indiviso.
  • Una campanella dal suono lieve, che ci invita a essere sempre pronte e disponibili alla chiamata del Signore, con gioia e generosità.
  • Una sciarpa ornata con i segni della nostra Assemblea di verifica, richiamava la Samaritana al pozzo, nostra icona ispiratrice: donna che si lascia incontrare e trasformare, per ripartire rinnovata nella missione.
  • Una corona del Rosario e l’immagine della Madonna Aparecida, segni della nostra preghiera quotidiana, semplice e fiduciosa, che ci unisce a Maria, donna forte e silenziosa, e ci radica nella comunione dei santi.
  • Una stoffa africana blu, simbolo dell’acqua viva che il Signore non smette di donarci e alla quale ci chiama a essere sorgente per gli altri, in ogni terra e circostanza.
  • Scatole con il volto di Cristo, il Volto che desideriamo rendere presente nel nostro mondo, con la vita, con le mani, con il cuore.

In questi simboli c’erano le nostre vite, le nostre fatiche, i desideri più profondi e la nostra lode. Erano offerta vera, concreta, quotidiana. Che il Signore accolga questi doni come sacrificio a Lui gradito, e ci renda testimoni gioiose e fedeli della Sua presenza nel mondo.