Sappiamo che Don Orione nel giorno del suo onomastico, andava a celebrare la Messa delle 12. In una lettera al rettore della chiesa di Sant’Ignazio, scrisse: “Da alcuni, anni la bontà di Dio e del Superiore di codesta Chiesa di S. Ignazio mi danno il grande conforto di poter celebrare all’altare di S. Luigi nella festa del santo… l’ultima S. Messa, dopo le 12".
Don Sterpi e poi tutti i successori di Don Orione vollero continuare l’atto di devozione di Don Orione verso San Luigi.
La chiesa è nata come chiesa del Collegio Romano, aperto dalla Compagnia di Gesù per i gesuiti e anche per esterni. Venne aperta al pubblico nel 1650, in occasione dell'anno giubilare. Essa sorge là dove in epoca imperiale era situato il tempio di Iside, intorno al quale si sviluppava il quartiere egizio. Dov'è oggi la facciata si alzava allora la Mostra dell'Acqua Vergine che ancora scorre nel sottosuolo. La chiesa si affaccia oggi sull'omonima piazza. La piazza è un'invenzione dell’architetto Filippo Raguzzini (1680- 1771) ed è di fatto la scena aperta di un teatro.
La grande devozione di Don Orione verso San Luigi non fu solo per l’onomastico, ma anche per un voto da lui fatto in gioventù.
Don Orione ammirava nel suo Santo patrono la virtù della purezza che è la forza della carità, perché conserva dall’incurvamento su sé stessi, apre e rettifica l'amore. "Non c'è carità senza purezza", affermava categoricamente Don Orione.
Studiando la vita del servo di Dio Don Gaspare Goggi, sono venuto a sapere che egli fu nominato membro, a 14 anni, del Comitato diocesano promotore delle feste in occasione del 400° anniversario della morte di San Luigi Gonzaga.
Quando egli fu a Roma, a 23 anni, per partecipare al XVII Congresso Cattolico Italiano e al primo Congresso Internazionale degli Studenti Universitari Cattolici, trovò il tempo andare alla chiesa di Sant’Ignazio, come egli scrisse il 15 settembre 1900 “Vengo adesso da pregare all’altare di San Luigi”.
(don Flavio Peloso , FDP)