Nella sua lettera Papa Francesco, dopo aver sottolineato come Giuseppe amò Gesù “con cuore di padre” ed ebbe il coraggio di assumersene la paternità legale, addita questo uomo apparentemente “nascosto” e in “seconda linea” come modello per tutti coloro che in questa situazione di grande crisi, provocata dalla pandemia “ stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Gente che esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Gente che mostra, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Gente che prega, offre e intercede per il bene di tutti. Tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza."
Nel riflettere sulla figura di S. Giuseppe ci viene incontro anche l’iconografia. Come ad esempio questa incredibile icona della Natività. Si tratta di una miniatura in tempera e oro che si trova in un Libro d'Ore composto a Besançon, in Francia, nel 1450 . Attualmente si trova nel Fitzwilliam Museum di Cambridge. Maria studia la Torah, mentre Giuseppe tiene tra le braccia il bambino. Una radicale uscita dagli schemi che genera tutt' altro che tensione! Una rielaborazione inedita di un tema familiare. Solitamente (in particolare nei presepi del V secolo) san Giuseppe viene raffigurato in atteggiamento pensoso e contemplativo. Solo nel tredicesimo secolo riveste un ruolo più attivo nella raffigurazione della Natività. In questa miniatura, posta di fianco, ad esempio, Giuseppe non è in disparte ma “si prende cura” del Bambino.
Nell'arte olandese e tedesca del quattordicesimo e quindicesimo secolo , San Giuseppe viene raffigurato nell'assolvimento di diversi compiti , quali: aiutare a preparare il bagno al Bambino (nell'altare boemo di Hohenfutrh), o tagliare dai propri indumenti fasce per avvolgerlo ( Natività nel museo Mayer van Berg ad Anversa), o intento a scaldare i vestiti, a cucinare il cibo, ad attizzare il fuoco. Nella iconografia del tardo Medioevo, poi, Giuseppe viene raffigurato mentre guida Gesù tenendolo per mano, o mentre Gesù lo assiste nella sua attività di falegname.
Raffigurazioni queste che sembrano proprio sottolineare quel tipo di "sollecitudine" che il Papa , nella sua Lettera, ci esorta ad imitare