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Domenica, 04 Ottobre 2020 15:43

Un dono del Papa : l'enciclica "Fratelli tutti"

Nel giorno del suo onomastico il Papa consegna alla Chiesa e al mondo un regalo davvero speciale: la sua enciclica ”Fratelli tutti”

Pur riconoscendo che sarebbe riduttivo tentarne una sintesi, desideriamo mettere l'accento su alcuni passaggi:

Papa Francesco sottolinea alcuni tipi di bisogno a cui è urgente dare una risposta:

  • il bisogno di una “fraternità aperta “ per riconoscere , apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica , del luogo del mondo dove è nata o dove abita.
  • Il bisogno di “sognare insieme”: da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è. 
  • il bisogno di costituirci in un “noi”: poiché prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi.
  • Il bisogno “di gesti fisici, di espressioni del volto , di silenzi , di linguaggio corporeo , e persino di profumo , tremito delle mani , rossore , sudore, perché tutto ciò  parla  e fa parte della comunicazione umana” . 

 

Il Papa,  con questa sua lettera, ci esorta , con forza, a dire no ad una “cultura dei muri “ , ad una cultura che alza muri nel cuore e nella terra e che impedisce l’incontro con l’altro e ricorda che : “ chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito , senza orizzonti, perché gli manca l’alterità” .

No, dunque ,  all’isolamento e alla chiusura,  si’ alla vicinanza .

No alla cultura dello scontro si’ alla cultura dell’incontro .

Chi non sente nel suo cuore quello stesso anelito e sospiro  che spinge Papa Francesco ad esclamare: “ Come sarebbe bello se , mentre scopriamo nuovi pianeti lontani , riscoprissimo  i bisogni dei fratelli che ci orbitano attorno” ?

Corriamo tutti il pericolo di abituarci a separare immediatamente ciò che ci piace da ciò che non ci piace e con la stessa logica  ci assuefacciamo alla tendenza ad operare una  scelta tra le persone eliminando , senza pietà , quelle che feriscono la nostra sensibilità o che semplicemente ci risultano sgradite.

Dinanzi a noi , però , ci sta sempre la parola di Gesù che, nella parabola del buon Samaritano ci ricorda  che: “…all’amore non importa se il fratello “ferito” viene da qui o da la’ . Perché l’amore rompe le catene che ci isolano e ci separano, gettando ponti. L’amore ci permette di costruire una grande famiglia in cui tutti possiamo sentirci a casa .”

Il nostro Don Orione esclamerebbe : “ non importa chi tu sia , io ti accolgo e ti abbraccio solo perché hai un dolore, sei segnato da una ferita! “  E non contento di ciò, continuerebbe impegnandosi a “portare sull’altare ogni pericolante debolezza”.

Una bella sintesi dell'enciclica dal web