Ma tutto si può comandare fuorché l’amore. Eppure Gesù ci comanda proprio di amare. Comandare vuol dire “mandare insieme” e Gesù ci manda “tutti insieme” verso l’Amore che è Lui.
San Tommaso si chiedeva: come si fa ad amare con tutto il cuore? E rispondeva: si deve amare con tutto il cuore che si ha oggi, ossia come si è capaci di fare nel momento presente, per poi amare, domani, un po’ di più. L’amore è, infatti, una totalità che cresce.
Dio ci ha amato noi per primo e noi non siamo attratti da questa corrente di amore, per cui possiamo amare Lui e poi gli altri.
Chi ama fa spazio all’altro, si decentra, indossa il «grembiule» per servire, costruisce ponti e non muri. Chi ama non vede il forestiero come nemico da cancellare (Es 22, 20).
L’autentico amore, poi, non crea dipendenza in nessuno dei due partner della relazione. Ad esempio, il samaritano, dopo aver prestato soccorso e aver assicurato all’albergatore la copertura economica dell’ospitalità prestata al ferito, continua la sua strada, non si lascia trattenere da colui che ha salvato, ritorna a se stesso e alle sue occupazioni.
Chiediamo allo Spirito Santo, motore dell’Amore, di insegnarci la grammatica dell’amore cristiano.
Da una omelia di p Paul Vincent Kabore, FDP