La parola dei Papi agli Istituti Secolari ...

A cura di Luisella
PIO XII fece approfondire il problema di quelle persone che sentivano l'ideale di donarsi incondizionatamente a Dio rimanendo nel mondo ad operare all'interno di esso per l'avvento del Regno di Cristo e, a conclusione di un ampio studio, promulgò la Costituzione apostolica Provida Mater.
"Ma il Signore infinitamente buono ..., aveva ripetutamente invitato tutti i fedeli a seguire e praticare dappertutto la perfezione, per mirabile consiglio della sua Divina Provvidenza dispose che anche nel mondo depravato da tanti vizi, specialmente ai nostri giorni, fiorisse ed anche attualmente fioriscano gruppi di anime elette, le quali, accese dal desiderio non solo della perfezione individuale, ma anche per una speciale vocazione, rimanendo nel mondo, potessero trovare ottime forme nuove di associazioni, rispondenti alle necessità dei tempi, nelle quali potessero condurre una vita molto consona all'acquisto della perfezione". (PROVIDA MATER ECCLESIA, 7)
"Queste Associazioni, che d'ora in poi saranno chiamate "Istituti Secolari", cominciarono a sorgere nella prima metà del secolo scorso non senza una speciale ispirazione della Divina Provvidenza, con lo scopo di osservare fedelmente nel mondo i consigli evangelici, e attendere con maggior libertà a quelle opere di carità che per la nequizia dei tempi le famiglie religiose erano del tutto o in parte impedite di compiere". (PROVIDA MATER ECCLESIA, 9)
"E poiché i più antichi di questi Istituti diedero buona prova di sé e coi fatti e con le opere comprovarono che con una severa e prudente selezione dei membri, con una accurata e sufficientemente lunga formazione, con un adeguato, austero ed insieme agile regime di vita anche nel mondo, se vi è una speciale vocazione divina, con l'aiuto della grazia, si può con certezza conseguire una intima ed efficace consacrazione di se stesso al Signore, non solo interna, ma anche esterna e quasi come quella dei religiosi, e che si ha così un mezzo molto adatto di penetrazione e di apostolato, ne venne "che queste Associazioni di fedeli furono dalla Santa Sede più volte lodate, non altrimenti che le Congregazioni Religiose". (PROVIDA MATER ECCLESIA, 9)
"Man mano che questi Istituti fiorirono, apparve sempre più chiaramente come in parecchi modi essi potessero portare alla Chiesa ed alle anime un aiuto efficace. Questi Istituti possono con facilità essere utili per una pratica seria della vita di perfezione in ogni tempo ed ogni luogo; in più casi, gioveranno per abbracciare tale vita di perfezione, quando la vita religiosa canonica non è possibile o conveniente; per rinnovare cristianamente le famiglie, le professioni e la società civile, con il contatto intimo e quotidiano di una vita perfettamente e totalmente consacrata alla perfezione; per l'esercizio di un apostolato multiforme e per svolgere altri ministeri in luoghi, tempi e circostanze in cui i Sacerdoti e i Religiosi o non potrebbero esercitarli affatto o molto difficilmente". (PROVIDA MATER ECCLESIA, 10)
"Lo Spirito Santo che incessantemente ricrea e rinnova la faccia della terra ognor più desolata e deturpata per tanti e così grandi mali, con grazia grande e speciale ha richiamato a sé molti dilettissimi figli e figlie, che di gran cuore benediciamo nel Signore, affinché riuniti e disciplinati negl'Istituti Secolari, siano il sale che non vien meno di questo mondo insulso e tenebroso, a cui non appartengono, ma nel quale tuttavia devono rimanere per divina disposizione; siano la luce che risplende e non si estingue fra le tenebre di questo mondo, siano il poco ma efficace fermento che, operando sempre e dappertutto, mescolato ad ogni classe di cittadini, dalle più umili alle più alte, si sforza di raggiungere e di permeare tutti e ciascuno colla parola, coll'esempio e con ogni altro mezzo, fino a che la massa ne sia impregnata in modo che tutta fermenti in Cristo". (PRIMO FELICITER, 2)
"... si deve tener presente che ciò che forma il carattere proprio e specifico di questi Istituti cioè la secolarità, in cui risiede tutta la loro ragione d'essere, sia sempre e in tutto messa in evidenza. Nulla si deve togliere dalla piena professione della perfezione cristiana, saldamente fondata sui consigli evangelici, e veramente religiosa nella sostanza, ma la perfezione si deve esercitare e professare nel mondo, e perciò si deve accomodare alla vita secolare in tutto ciò che è lecito e che si può accordare coi doveri e le pratiche della stessa perfezione" . (PRIMO FELICITER, 5)
"Tutta la vita dei soci degl'Istituti Secolari, consacrata a Dio con la professione della perfezione, deve convertirsi in apostolato, il quale si deve esercitare sempre e santamente con tale purità d'intenzione, intima unione con Dio, generosa dimenticanza e forte abnegazione di se stesso e amore delle anime, che non manifesti solamente lo spirito interiore che lo informa, ma che anche lo alimenti e lo rinnovi continuamente. Questo apostolato, che abbraccia tutta la vita, suol essere sentito sempre così profondamente e così sinceramente in questi Istituti, che coll'aiuto e la disposizione della Divina Provvidenza sembra che la sete e l'ardore delle anime non abbia dato soltanto la felice occasione alla consacrazione della vita, ma che in gran parte abbia imposto il suo ordinamento e la sua fisionomia particolare; e che in modo meraviglioso il così detto fine specifico abbia richiesto e creato anche quello generico. Questo apostolato degl'Istituti Secolari, non solo si deve esercitare fedelmente nel mondo, ma per così dire con i mezzi del mondo, e perciò deve avvalersi delle professioni, gli esercizi, le forme, i luoghi e le circostanze rispondenti a questa condizione di secolari". (PRIMO FELICITER, 6)
"Gli Istituti Secolari per lo stato di piena perfezione che professano, per la totale consacrazione all'apostolato che si impongono in questo stesso genere di perfezione di apostolato, sembrano evidentemente chiamati a cose maggiori che non i semplici fedeli anche i migliori, i quali lavorano in Associazioni veramente laicali o nell'Azione Cattolica o in altre opere pie". (CUM SANCTISSIMUS, 19)
"...in tal maniera devono esercitare i ministeri e le opere dell'apostolato, che sono il fine speciale degli stessi Istituti, che i loro soci evitata accuratamente ogni confusione diano ai fedeli che li osservano, salva sempre la loro disciplina interna, un chiaro esempio di abnegata, umile e costante collaborazione con la Gerarchia". (CUM SANCTISSIMUS, 20)
PAOLO VIha sempre riservato una notevole attenzione agli Istituti Secolari e con efficacia seppe far accogliere dalla Chiesa la consacrazione nella vita secolare.
"Quando guardiamo a voi, e pensiamo alle migliaia e migliaia di uomini e di donne di cui fate parte, non possiamo non sentirci consolati, mentre ci invade nell'intimo un vivo senso di gioia e di riconoscenza al Signore. Come forte e fiorente appare in voi la Chiesa di Cristo! Questa Madre nostra veneranda, che oggi taluni, anche tra i suoi figli, fanno bersaglio di critiche aspre e impietose; di cui qualcuno si diletta a descrivere fantasiosi sintomi di decrepitezza e a predire rovine; eccola, invece, divenire un gettito ininterrotto di gemme nuove, un fiorire insospettato di iniziative di santità. Noi sappiamo che dev'essere così, e non potrebbe essere altrimenti che così, perché Cristo è la divina inesauribile fonte della vitalità della Chiesa: e la vostra presenza ce ne offre una ulteriore testimonianza, ed è per tutti noi occasione di rinnovata consapevolezza". (20 settembre 1972)
"Se ci chiediamo quale sia stata l'anima di ogni Istituto Secolare, che ha ispirato la sua nascita e il suo sviluppo, dobbiamo rispondere: è stata l'ansia profonda di una sintesi; è stato l'anelito alla affermazione simultanea di due caratteristiche: 1 ) la piena consacrazione della vita secondo i consigli evangelici e 2) la piena responsabilità di una presenza e di una azione trasformatrice al di dentro del mondo, per plasmarlo, perfezionarlo e santificarlo. Da una parte, la professione dei consigli evangelici forma speciale di vita che serve ad alimentare e a testimoniare quella santità, a cui tutti i fedeli sono chiamati è segno della perfetta identificazione con la Chiesa, anzi, col suo stesso Signore e Maestro, e con la finalità che egli le ha affidate. Dall'altra parte, rimanere nel mondo è segno della responsabilità cristiana dell'uomo salvato da Cristo, e perciò impegnato a "illuminare e ordinare tutte le realtà temporali..., affinché sempre si realizzino e prosperino secondo Cristo, e siano a lode del Creatore e Redentore" (Lumen gentium, 31). (2 febbraio 1972)
"Dalla vita interiore sgorga l'apostolato, compiuto nelle condizioni di vita laicale come una testimonianza generosa di servizio e di amore alla Chiesa, e con spirito di ascetico distacco, come una presenza lievitante il mondo esteriore, la quale lo permea dal di dentro senza lasciarsi suggestionare o influenzare dai suoi atteggiamenti, unicamente preoccupata dei supremi interessi di Dio, da far valere a ogni livello della propria condizione di vita". (2 agosto 1970)
"...voi appartenete alla Chiesa a titolo speciale, il vostro titolo di consacrati secolari; ebbene sappiate che la Chiesa ha fiducia in voi. La Chiesa vi segue, vi sostiene, vi considera suoi, quali figli di elezione, quali membra attive e consapevoli, fermamente aderenti per un verso, agilmente allenate all'apostolato per un altro, disposte alla silenziosa testimonianza, al servizio e, se occorre, al sacrificio". (26 settembre 1970)
"La Chiesa ha bisogno della vostra testimonianza! L'umanità aspetta che la Chiesa incarni sempre più questo nuovo atteggiamento davanti al mondo, che in voi, in virtù della vostra secolarità consacrata, deve brillare in modo specialissimo". (2 febbraio 1972)
"Voi siete ad una misteriosa confluenza tra le due poderose correnti della vita cristiana, accogliendo ricchezze dall'una e dall'altra. Siete laici, consacrati come tali dai sacramenti del battesimo e della cresima, ma avete scelto di accentuare la vostra consacrazione a Dio con la professione dei consigli evangelici, assunti come obblighi con un vincolo stabile e riconosciuto. Restate laici, impegnati nei valori secolari propri e peculiari del laicato (Lumen gentium, 31), ma la vostra è una "secolarità consacrata", voi siete "consacrati secolari". (20 settembre 1972)
"Se rimangono fedeli alla loro vocazione propria gli Istituti Secolari diverranno quasi "il laboratorio sperimentale" nel quale la Chiesa verifica le modalità concrete dei suoi rapporti con il mondo. E perciò essi devono ascoltare, come rivolto soprattutto a loro, l'appello della Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi: "il loro compito primario... è la messa in atto di tutte le possibilità cristiane ed evangeliche nascoste, ma già presenti e operanti nelle realtà del mondo. Il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà sociale, dell'economia; così pure della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, degli strumenti della comunicazione sociale". (25 agosto 1976)
"Questa fedeltà, che non è immobilismo, significa anzitutto attenzione allo Spirito Santo che fa nuove tutte le cose (cfr. Ap. 21,5). Gli Istituti Secolari infatti sono vivi nella misura in cui partecipano alla storia dell'uomo, e agli uomini d'oggi testimoniano l'amore paterno di Dio rivelato da Gesù Cristo nello Spirito Santo". (25 agosto 1976)
"Ma in questo vostro ardito programma di vita ricordate tre cose: la consacrazione vostra non sarà soltanto un impegno, sarà un aiuto, sarà un sostegno, sarà un amore, sarà una beatitudine, a cui potrete sempre ricorrere; una pienezza, che compenserà ogni rinuncia e che vi abiliterà a quel meraviglioso paradosso della carità: dare, dare agli altri, dare al prossimo per avere in Cristo. Ed ecco la seconda cosa da ricordare: siete nel mondo e non del mondo, ma per il mondo. Il Signore ci ha insegnato a scoprire sotto questa formula, che sembra un gioco di parole, la sua e la nostra missione di salvezza. Ricordate che voi, proprio come appartenenti ad Istituti Secolari, avete una missione di salvezza da compiere per gli uomini del nostro tempo; oggi il mondo ha bisogno di voi, viventi nel mondo, per aprire al mondo i sentieri della salvezza cristiana". (26 settembre 1970)
GIOVANNI PAOLO IIha definito gli Istituti secolari "un'irruzione di grazia nella vita della Chiesa": egli ha sempre rivolto parole di fiducia ai membri di questi Istituti, incoraggiandoli a vivere in profondità e pienezza il proprio carisma di fondazione.
"Ravvivate in voi la consapevolezza e la gioia del vostro stato di persona consacrata: Cristo deve essere lo scopo e la misura della vostra vita. Dall'incontro con lui ha avuto origine la vostra vocazione: la fede in lui ha determinato il "sì" del vostro impegno, la speranza del suo aiuto ne sorregge ora il perseverante adempimento, l'amore che egli ha acceso nei vostri cuori alimenta lo slancio necessario per il superamento delle inevitabili difficoltà e per il quotidiano rinnovarsi della vostra offerta". (12 gennaio 1980)
"Cari figli e figlie, il vostro campo d'azione, come vedete, è vastissimo. La Chiesa attende molto da voi. Essa ha bisogno della vostra testimonianza per portare al mondo, affamato della Parola di Dio anche se non ne ha coscienza, il "gioioso annuncio" che ogni aspirazione autenticamente umana può trovare nel Cristo il suo compimento. Sappiate essere all'altezza delle grandi possibilità che la Provvidenza divina vi offre in questa fine del secondo millennio del cristianesimo". (28 agosto 1980)
"Dobbiamo esprimere un profondo ringraziamento al Padre di infinita misericordia, che ha preso a cuore le necessità dell'umanità e, con la forza vivificante dello Spirito, ha intrapreso in questo secolo iniziative nuove per la sua redenzione. Al Dio trino sia onore e gloria per questa irruzione di grazia, che sono gli Istituti Secolari, con i quali egli manifesta la inesauribile benevolenza, con cui la Chiesa stessa ama il mondo in nome del suo Dio e Signore".(6 maggio 1984)
"...in ogni momento della vostra vita e in tutte le vostre attività quotidiane deve realizzarsi "una disponibilità totale alla volontà del Padre, che vi ha posto nel mondo e per il mondo".(28 agosto 1984)
"Ora, è doveroso conoscere e far conoscere questa vocazione, così attuale e vorrei dire così urgente, di persone che si consacrano a Dio praticando i consigli evangelici, e in tale consacrazione speciale si sforzano di immergere tutta la loro vita e tutte le loro attività, creando in se stesse una disponibilità totale alla volontà del Padre e operando per cambiare il mondo dal di dentro (cfr. Alloc. 28 agosto 1980)". (6 maggio1983)
"Non scoraggiatevi davanti alle difficoltà. Prendete umilmente la vostra porte del fardello della Chiesa. Trascinate nuovi operai nel campo del Vangelo. Seguendo i vostri maestri spirituali, tornate incessantemente a "l'orazione che pone l'intelligenza nella luce divina ed espone la volontà al calore dell'amore divino" . (Francia, 7 ottobre 1986)
"Desidero rivolgere in quest'occasione una speciale parola di incoraggiamento ai membri degli istituti secolari che, con il loro stile di vita consacrata, confermato dal Concilio Vaticano II, prestano un importantissimo servizio alla Chiesa del Cile, rispondendo alle nuove sfide apostoliche, essendo anche loro fermento di Cristo nel mondo. Il vostro carisma rappresenta un servizio di grande attualità. Con la vostra attività apostolica nel mondo, voi cantate la gloria di Dio e contribuite efficacemente alla realizzazione di quella civiltà dell'amore che è il disegno divino per l'umanità in attesa della sua gloriosa venuta".
(Cile, 3 aprile1987)
"Voi siete consapevoli di condividere con tutti i cristiani la dignità di essere figli di Dio, membra vive di Cristo, incorporati alla Chiesa, insigniti, mediante il Battesimo, del sacerdozio comune dei fedeli. Ma avete anche accolto il messaggio intrinsecamente connesso con tale dignità: quello dell'impegno per la santità, per la perfezione della carità; quello di corrispondere alla chiamata dei consigli evangelici, nei quali si attua una donazione di sé a Dio ed a Cristo con cuore indiviso e con pieno abbandono alla volontà ed alla guida dello Spirito. Tale impegno voi lo attuate, non separandovi dal mondo, ma dall'interno delle complesse realtà del lavoro, della cultura, delle professioni, dei servizi sociali di ogni genere. Ciò significa che le vostre attività professionali e le condizioni di condivisione con gli altri laici delle cure terrene saranno il campo di prova, di sfida, la croce, ma anche l'appello, la missione e il momento di grazia e di comunione con Cristo, nel quale si costruisce e si sviluppa la vostra spiritualità". (26 agosto 1988)
"Si esige da voi, perciò, profonda unione con la Chiesa, fedeltà al suo ministero. Vi si domanda amorosa, totale adesione al suo pensiero e al suo messaggio, ben sapendo che ciò va fatto in forza dello speciale vincolo che ad essa vi lega". (26 agosto 1988)
"Mi auguro che ogni Istituto Secolare diventi questa palestra di amore fraterno, questo focolare acceso al quale molti uomini e donne possano attingere luce e calore per la vita del mondo". (1 febbraio 1997)
"Il contesto della Croce non vi scoraggi. Esso vi sarà di aiuto e di sostegno per dilatare l'opera della redenzione e portare la presenza santificatrice del Cristo tra i fratelli. Tale vostro atteggiamento manifesterà la provvidente azione dello Spirito Santo, il quale "soffia dove vuole"(Gv 3,8). Egli solo può suscitare forze, iniziative, segni potenti, mediante i quali porta a compimento l'opera di Cristo". (26 agosto 1988)
"Nuovi debbono essere anche i metodi per comunicare la novità del Vangelo al mondo. A tal fine i membri degli Istituti Secolari devono aprirsi alle nuove forme di comunicazione che vengono loro offerte dal progresso della tecnica. Ma non bisogna dimenticare che anche la comunicazione deve adeguarsi alla novità che è chiamata a diffondere. Essa deve distinguersi per semplicità evangelica e per proposta gratuita (cf. Mt 10,8), al fine di favorire una risposta libera, responsabile e gioiosa". (24 luglio1992)
"Si tratta di rivestirsi degli stessi sentimenti di Cristo Gesù per essere nel mondo segni del suo amore. Questo è il senso e lo scopo dell'autentica secolarità cristiana e quindi il fine e il valore della consacrazione cristiana vissuta negli Istituti Secolari". (1 febbraio 1997)
"Si esige da voi, perciò, profonda unione con la Chiesa, fedeltà al suo ministero. Vi si domanda amorosa, totale adesione al suo pensiero e al suo messaggio, ben sapendo che ciò va fatto in forza dello speciale vincolo che ad essa vi lega. Il contesto della Croce non vi scoraggi. Esso vi sarà di aiuto e di sostegno per dilatare l'opera della redenzione e portare la presenza santificatrice del Cristo tra i fratelli. Tale vostro atteggiamento manifesterà la provvidente azione dello Spirito Santo, il quale "soffia dove vuole"(Gv 3,8). Egli solo può suscitare forze, iniziative, segni potenti, mediante i quali porta a compimento l'opera di Cristo". (26 agosto 1988)
"La gente apprezza la vostra presenza e i Pastori la considerano come un "dono" del Signore. Vivendo in fraternità e condividendo le sofferenze e le gioie degli "ultimi", voi proclamate con i fatti che il Padre celeste non dimentica mai l'essere umano nelle diverse fasi dell'esistenza. Il vostro è un ruolo veramente singolare: rendete presente la Chiesa nelle situazioni più complesse e delicate; fate sperimentare il calore dell'amore di Dio a chi si sente solo e privo di affetto. Offrite, in definitiva, la prova vivente che Dio ama ogni persona, specialmente la più debole ed indifesa". (8 febbraio 1995)
"Infine, chiedo a Maria di dare a tutti i membri degli Istituti Secolari la lucidità del suo sguardo sulla situazione del mondo, la profondità della sua fede nella parola di Dio e la prontezza della sua disponibilità a compierne i misteriosi disegni per una collaborazione sempre più incisiva all'opera della salvezza". (1 febbraio 1997)
"Portatori umili e fieri della forza trasformante del Regno di Dio e testimoni coraggiosi e coerenti del compito e della missione di evangelizzazione delle culture e dei popoli, i membri degli Istituti Secolari sono, nella storia, segno di una Chiesa amica degli uomini, capace di offrire consolazione per ogni genere di afflizione, pronta a sostenere ogni vero progresso dell'umana convivenza, ma insieme intransigente contro ogni scelta di morte, di violenza, di menzogna e d'ingiustizia. Essi sono, pure, segno e richiamo per i cristiani del compito di prendersi cura, in nome di Dio, di una creazione che rimane oggetto dell'amore e del compiacimento del suo Creatore, anche se segnata dalla contraddizione della ribellione e del peccato, e bisognosa di essere liberata dalla corruzione e dalla morte". (1 febbraio1997)
"Le donne consacrate sono chiamate in modo tutto speciale ad essere, attraverso la loro dedizione vissuta in pienezza e con gioia, un segno della tenerezza di Dio verso il genere umano ed una testimonianza particolare del mistero della Chiesa che è vergine, sposa e madre. Anche il futuro della nuova evangelizzazione, come del resto di tutte le altre forme di azione missionaria, è impensabile senza un rinnovato contributo delle donne, specialmente delle donne consacrate". (Vita Consecrata, 57)
"La Chiesa, che ha ricevuto da Cristo un messaggio di liberazione, ha la missione di diffonderlo profeticamente, promuovendo mentalità e condotta conformi alle intenzioni del Signore. In questo contesto la donna consacrata, a partire dalla sua esperienza di Chiesa e di donna nella Chiesa, può contribuire ad avere certe visioni unilaterali, che non manifestano il pieno riconoscimento della sua dignità, del suo apporto specifico alla vita e all'azione pastorale e missionaria della Chiesa. Per questo è legittimo che la donna consacrata aspiri a veder riconosciuta più chiaramente la sua identità, la sua capacità, la sua missione, la sua responsabilità sia nella coscienza ecclesiale che nella vita quotidiana". (Vita Consecrata, 57)
"La missione ad gentes presenta speciali e straordinarie opportunità alle donne consacrate, ai religiosi fratelli e ai membri di Istituti Secolari per un inserimento in un'azione apostolica particolarmente incisiva. Questi ultimi poi, con la loro presenza nei vari ambiti tipici della vocazione laicale, possono svolgere un'opera preziosa di evangelizzazione degli ambienti, delle strutture e delle stesse leggi che regolano la convivenza. Inoltre, essi possono testimoniare i valori evangelici a fianco di persone che non hanno ancora conoscenza di Gesù, dando così uno specifico contributo alla missione". (Vita Consecrata, 78)
BENEDETTO XVIha sempre sostenuto e incoraggiato i consacrati secolari a procedere fiduciosi entro il solco tracciato sessant'anni fa dal documento Provida Mater. Le nuove vocazioni sono la manifestazione della creatività di Dio che trova strade sempre nuove per il bene della Chiesa e la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo non fa mai mancare alla Chiesa ciò di cui ha bisogno!
"Abbiamo adesso nuove forme come gli istituti secolari, le cui comunità dimostrano con la loro vita che c'è un modo di vivere buono per la persona, ma soprattutto necessario per la comunità, per la fede, e per la comunità umana. Quindi io penso che pur cambiando le forme - gran parte delle nostre comunità attive femminili viene dall'Ottocento, con la precisa sfida sociale di quel periodo e oggi le sfide sono un po' diverse - la Chiesa fa capire che servire i sofferenti e difendere la vita sono vocazioni con una profonda dimensione religiosa e che ci sono forme per vivere tali vocazioni. Crescono nuovi modi tanto da poter sperare che anche oggi il Signore conceda vocazioni necessarie per la vita della Chiesa e del mondo". (Introd, 25 luglio 2005)
"Mi rivolgo ora in modo speciale a voi, cari fratelli e sorelle che avete abbracciato la vocazione di speciale consacrazione, per salutarvi con affetto e ringraziarvi di cuore per la vostra presenza. Il Signore rinnovi ogni giorno in voi e in tutte le persone consacrate la risposta gioiosa al suo amore gratuito e fedele. Cari fratelli e sorelle, come ceri accesi, irradiate sempre e in ogni luogo l'amore di Cristo, luce del mondo. Maria Santissima, la Donna consacrata, vi aiuti a vivere appieno questa vostra speciale vocazione e missione nella Chiesa per la salvezza del mondo". (2 febbraio 2006)
"Sentitevi chiamati in causa da ogni dolore, da ogni ingiustizia, così come da ogni ricerca di verità, di bellezza e di bontà, non perché abbiate la soluzione di tutti i problemi, ma perché ogni circostanza in cui l'uomo vive e muore costituisce per voi l'occasione di testimoniare l'opera salvifica di Dio. È questa la vostra missione. La vostra consacrazione evidenzia, da un lato, la particolare grazia che vi viene dallo Spirito per la realizzazione della vocazione, dall'altro, vi impegna ad una totale docilità di mente, di cuore e di volontà al progetto di Dio Padre rivelato in Cristo Gesù, alla cui sequela radicale siete stati chiamati".
(3 febbraio 2007)
"Siete qui, oggi, per continuare a tracciare quel percorso iniziato sessant'anni fa, che vi vede sempre più appassionati portatori, in Cristo Gesù, del senso del mondo e della storia. La vostra passione nasce dall'aver scoperto la bellezza di Cristo, del suo modo unico di amare, incontrare, guarire la vita, allietarla, confortarla. Ed è questa bellezza che le vostre vite vogliono cantare, perché il vostro essere nel mondo sia segno del vostro essere in Cristo". (3 febbraio 2007)
"Ogni incontro con Cristo chiede un cambiamento profondo di mentalità, ma per alcuni, com'è stato per voi, la richiesta del Signore è particolarmente esigente: lasciare tutto, perché Dio è tutto e sarà tutto nella vostra vita. Non si tratta semplicemente di un diverso modo di rapportarvi a Cristo e di esprimere la vostra adesione a Lui, ma di una scelta di Dio che, in modo stabile, richiede da voi una fiducia assolutamente totale in Lui".(3 febbraio 2007)
"Come il lievito che fa fermentare tutta la farina (cfr Mt 13, 33), così sia la vostra vita, a volte silenziosa e nascosta, ma sempre propositiva e incoraggiante, capace di generare speranza. Il luogo del vostro apostolato è perciò tutto l'umano, non solo dentro la comunità cristiana - dove la relazione si sostanzia di ascolto della Parola e di vita sacramentale, da cui attingete per sostenere l'identità battesimale - dico il luogo del vostro apostolato è tutto l'umano, sia dentro la comunità cristiana, sia nella comunità civile dove la relazione si attua nella ricerca del bene comune, nel dialogo con tutti, chiamati a testimoniare quell'antropologia cristiana che costituisce proposta di senso in una società disorientata e confusa dal clima multiculturale e multireligioso che la connota".(3 febbraio 2007)
"Annunciate la bellezza di Dio e della sua creazione. Sull'esempio di Cristo, siate obbedienti all'amore, uomini e donne di mitezza e misericordia, capaci di percorrere le strade del mondo facendo solo del bene. Le vostre siano vite che pongono al centro le Beatitudini, contraddicendo la logica umana, per esprimere un'incondizionata fiducia in Dio che vuole l'uomo felice. La Chiesa ha bisogno anche di voi per dare completezza alla sua missione. Siate seme di santità gettato a piene mani nei solchi della storia. Radicati nell'azione gratuita ed efficace con cui lo Spirito del Signore sta guidando le vicende umane, possiate dare frutti di fede genuina, scrivendo con la vostra vita e con la vostra testimonianza parabole di speranza, scrivendole con le opere suggerite dalla "fantasia della carità". (3 febbraio 2007)
Nei documenti conciliari, gli Istituti Secolari sono citati chiaramente poche volte, ma hanno avuto elementi soddisfacenti sia per approfondire la loro realtà teologica (consacrazione nella e della secolarità), sia per spiegare la loro linea di azione (la santificazione dei loro membri e la presenza trasformatrice nel mondo).
"Fin dai primi tempi della Chiesa vi furono uomini e donne che per mezzo della pratica dei consigli evangelici vollero seguire Cristo con maggiore libertà ed imitarlo più da vicino, e condussero, ciascuno a loro modo, una vita consacrata a Dio". (Perfectae caritatis, 1)
"I membri di qualsiasi istituto ricordino anzi tutto di aver risposto alla divina chiamata con la professione dei consigli evangelici, in modo che essi non solo morti al peccato (cfr. Rm 6,11), ma rinunziando anche al mondo, vivano per Dio solo. Tutta la loro vita, infatti, è stata posta al suo servizio, ciò costituisce una speciale consacrazione che ha le sue profonde radici nella consacrazione battesimale l'esprime con maggior pienezza. Avendo poi la Chiesa ricevuto questa loro donazione di sé, sappiano di essere anche al servizio della Chiesa. Tale servizio di Dio deve in essi stimolare e favorire l'esercizio delle virtù, specialmente dell'umiltà e dell'obbedienza, della fortezza e della castità, con cui si partecipa all'annientamento del Cristo (cfr. Fil 2,7-8), e insieme alla sua vita nello Spirito (cfr. Rm 8,1-13)". (Perfectae caritatis, 5)
"Coloro che fanno professione dei consigli evangelici, prima di ogni cosa cerchino ed amino Dio che ci ha amati per primo (cfr. 1 Gv 4,10), e in tutte le circostanze si sforzino di alimentare la vita nascosta con Cristo in Dio (cfr. Col 3,3), donde scaturisce e riceve impulso l'amore del prossimo per la salvezza del mondo e l'edificazione della Chiesa. Questa carità anima e guida anche la stessa pratica dei consigli evangelici. Perciò i membri degli istituti coltivino con assiduità lo spirito di preghiera e la preghiera stessa, attingendoli dalle fonti genuine della spiritualità cristiana. In primo luogo abbiano quotidianamente in mano la sacra Scrittura, affinché dalla lettura e dalla meditazione dei libri sacri imparino « la sovreminente scienza di Gesù Cristo » (Fil 3,8). Compiano le funzioni liturgiche, soprattutto il sacrosanto mistero dell'eucaristia, pregando secondo lo spirito della Chiesa col cuore e con le labbra, ed alimentino presso questa ricchissima fonte la propria vita spirituale. In tal modo, nutriti alla mensa della legge divina e del sacro altare, amino fraternamente le membra di Cristo; con spirito filiale circondino di riverenza e di affetto i pastori; sempre più intensamente vivano e sentano con la Chiesa e si mettano a completo servizio della sua missione". (Perfectae caritatis, 6)
"Poiché, infine, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, si sviluppano sempre più nella Chiesa gli Istituti Secolari, è chiaro che la loro opera, guidata dall'autorità del Vescovo, può riuscire sotto diversi aspetti utilissima nelle missioni, come segno di dedizione totale alla evangelizzazione del mondo". (Ad gentes, 40)
"I consigli evangelici della castità consacrata a Dio, della povertà e dell'obbedienza, essendo fondati sulle parole e sugli esempi del Signore e raccomandati dagli apostoli, dai Padri e dai dottori e pastori della Chiesa, sono un dono divino che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore e con la sua grazia sempre conserva". ( Lumen Gentium , 43)
"Gli istituti secolari, pur non essendo istituti religiosi, tuttavia comportano una vera e completa professione dei consigli evangelici nel mondo, riconosciuta come tale dalla Chiesa. Tale professione conferisce una consacrazione agli uomini e alle donne, ai laici e ai chierici che vivono nel mondo. Perciò essi anzitutto intendano darsi totalmente a Dio nella perfetta carità, e gli istituti stessi conservino la loro propria particolare fisionomia, cioè quella secolare, per essere in grado di esercitare efficacemente e dovunque il loro specifico apostolato nella vita secolare e come dal seno della vita secolare. Tuttavia sappiano che non potranno assolvere un compito così importante se i loro membri non riceveranno una tale formazione nelle cose divine e umane da diventare realmente nel mondo un lievito destinato a dare vigore e incremento al corpo di Cristo. I superiori perciò seriamente procurino di dare ai loro sudditi una istruzione specialmente spirituale e di sviluppare ulteriormente la loro formazione. (Perfectae caritatis, 11)
"Con i voti o altri impegni sacri simili ai voti secondo il modo loro proprio, il fedele si obbliga all'osservanza dei tre predetti consigli evangelici; egli si dona totalmente a Dio amato al di sopra di tutto, così da essere con nuovo e speciale titolo destinato al servizio e all'onore di Dio. Già col battesimo è morto al peccato e consacrato a Dio; ma per poter raccogliere in più grande abbondanza i frutti della grazia battesimale, con la professione dei consigli evangelici nella Chiesa intende liberarsi dagli impedimenti che potrebbero distoglierlo dal fervore della carità e dalla perfezione del culto divino, e si consacra più intimamente al servizio di Dio. La consacrazione poi sarà più perfetta, in quanto legami più solidi e stabili riproducono di più l'immagine del Cristo unito alla Chiesa sua sposa da un legame indissolubile". ( Lumen Gentium , 44)
"Parimenti la santità della Chiesa è favorita in modo speciale dai molteplici consigli che il Signore nel Vangelo propone all'osservanza dei suoi discepoli. Tra essi eccelle il prezioso dono della grazia divina, dato dal Padre ad alcuni, di consacrarsi, più facilmente e senza divisione del cuore, a Dio solo nella verginità o nel celibato". ( Lumen Gentium , 42)
"Siccome quindi i consigli evangelici, per mezzo della carità alla quale conducono congiungono in modo speciale coloro che li praticano alla Chiesa e al suo mistero, la loro vita spirituale deve pure essere consacrata al bene di tutta la Chiesa. Di qui deriva il dovere di lavorare, secondo le forze e la forma della propria vocazione, sia con la preghiera, sia anche con l'attività effettiva, a radicare e consolidare negli animi il regno di Cristo e a dilatarlo in ogni parte della terra".(Lumen Gentium , 44)
"Lo stato di vita dunque costituito dalla professione dei consigli evangelici, pur non concernendo la struttura gerarchica della Chiesa, appartiene tuttavia inseparabilmente alla sua vita e alla sua santità". ( Lumen Gentium , 44)
"Tutti infine abbiano ben chiaro che la professione dei consigli evangelici, quantunque comporti la rinunzia di beni certamente molto apprezzabili, non si oppone al vero progresso della persona umana, ma al contrario per sua natura le è di grandissimo profitto. Infatti i consigli, volontariamente abbracciati secondo la personale vocazione di ognuno, contribuiscono considerevolmente alla purificazione del cuore e alla libertà spirituale, stimolano in permanenza il fervore della carità e soprattutto come è comprovato dall'esempio di tanti santi fondatori, sono capaci di assicurare al cristiano una conformità più grande col genere di vita verginale e povera che Cristo Signore si scelse per sé e che la vergine Madre sua abbracciò". ( Lumen Gentium , 46)
" Ognuno poi che è chiamato alla professione dei consigli, ponga ogni cura nel perseverare e maggiormente eccellere nella vocazione a cui Dio l'ha chiamato, per una più grande santità della Chiesa e per la maggior gloria della Trinità, una e indivisa, la quale in Cristo e per mezzo di Cristo è la fonte e l'origine di ogni santità". ( Lumen Gentium , 47)
DAL CODICE DI DIRITTO CANONICO.....
Con la pubblicazione del nuovo Codice di diritto canonico si apre un periodo nuovo anche per gli Istituti Secolari. Il libro II del nuovo Codice, nella sezione rivolta agli Istituti di vita consacrata, contiene una legislazione sistematica e aggiornata.
Can. 710 L'Istituto Secolare è un Istituto di vita consacrata in cui i fedeli, vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo, soprattutto operando all'interno di esso.
Can. 711 Un membro di Istituto Secolare, in forza della consacrazione, non cambia la propria condizione canonica, laicale o clericale, in mezzo al popolo di Dio, salve le disposizioni del diritto a proposito degli Istituti di vita consacrata.
Can. 712 Ferme restando le disposizioni dei cann. 598 601, le costituzioni stabiliscano i vincoli sacri con cui vengono assunti nell'Istituto i consigli evangelici e definiscano gli obblighi che essi comportano, salva sempre però, nello stile di vita, la secolarità propria dell'Istituto.
Can. 713 § l. I membri di tali Istituti esprimono e realizzano la propria consacrazione nell'attività apostolica e come un fermento si sforzano di permeare ogni realtà di spirito evangelico per consolidare e far crescere il Corpo di Cristo.
§ 2. I membri laici, nel mondo e dal di dentro del mondo, partecipano della funzione evangelizzatrice della Chiesa sia mediante la testimonianza di vita cristiana e di fedeltà alla propria consacrazione, sia attraverso l'aiuto che danno perché le realtà temporali siano ordinate secondo Dio e il mondo sia vivificato dalla forza del Vangelo. Essi offrono inoltre la propria collaborazione per il servizio della comunità ecclesiale, secondo lo stile di vita secolare loro proprio.
§ 3. I membri chierici sono di aiuto ai confratelli con una peculiare carità apostolica, attraverso la testimonianza della vita consacrata, soprattutto nel presbiterio, e in mezzo al popolo di Dio lavorano alla santificazione del mondo con il proprio ministero sacro.
Can. 714 I membri degli Istituti Secolari conducano la propria vita nelle situazioni ordinarie del mondo, soli, o ciascuno nella propria famiglia, o in gruppi di vita fraterna a norma delle costituzioni.
Can. 715 § l. I membri chierici incardinati in una diocesi dipendono dal Vescovo diocesano, salvo quanto riguarda la vita consacrata nel proprio Istituto.
§ 2. Quelli invece che a norma del can. 266, § 3 vengono incardinati nell'Istituto, se sono destinati alle opere proprie dell'Istituto o a funzioni di governo all'interno di esso, dipendono dal Vescovo allo stesso modo dei religiosi.
Can. 716 § l. Tutti i membri partecipino attivamente alla vita dell'Istituto secondo il diritto proprio.
§ 2. I membri di uno stesso Istituto conservino la comunione tra loro curando con sollecitudine l'unità dello spirito e la vera fraternità.
Can. 717 § l. Le costituzioni definiscano la forma di governo propria dell'Istituto, la durata in carica dei Moderatori e il modo della loro designazione.
§ 2. Nessuno sia designato come Moderatore supremo se non è stato incorporato nell'Istituto in modo definitivo.
§ 3. Coloro che nell'Istituto hanno incarichi di governo abbiano cura che sia conservata l'unità dello Spirito e che sia promossa l'attiva partecipazione dei membri.
Can. 718 L'amministrazione dei beni dell'Istituto, che deve esprimere e favorire la povertà evangelica, è regolata dalle norme del Libro V, I beni temporali della Chiesa, e dal diritto proprio dell'Istituto. Il diritto proprio deve parimenti definire gli obblighi, specialmente di carattere economico, dell'Istituto verso i membri che ad esso dedicano la propria attività.
Can. 719 § l. Per rispondere fedelmente alla propria vocazione e perché la loro azione apostolica scaturisca dall'unione con Cristo, i membri siano assidui all'orazione, attendano convenientemente alla let¬tura delle sacre Scritture, osservino i tempi di ritiro annuale e compiano le altre pratiche spirituali secondo il diritto proprio.
§ 2. La celebrazione dell'Eucaristia, in quanto possibile quotidiana, sia la sorgente e la forza di tutta la loro vita consacrata.
§ 3. Si accostino liberamente e con frequenza al sacramento della penitenza.
§ 4. Siano liberi di ricevere la necessaria direzione della coscienza e di richiedere consigli in materia, se lo desiderano, anche ai propri Moderatori .