Se ogni battezzato è un apostolo a maggior ragione lo sono coloro che hanno ricevuto la chiamata per il Regno
Contemplando Gesù, i suoi gesti , le relazioni che pone, dobbiamo lasciarci assoggettare alla sua pro-vocazione, ad una sua ri-chiamata, tenendo presente la credente per eccellenza: la Madre di Gesù. Maria, infatti, è prima di tutto “la credente” , è da questo suo titolo costitutivo che scaturiscono tutti gli altri titoli. Oggi la questione decisiva è essere CREDENTI.
E il credente che si lascia performare dalla Parola finisce per assomigliare sempre di più a Gesù.
È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, scrive Paolo ai Corinzi (2,9) : e’ nell’umanità di Gesù che abita la pienezza della divinità. Per questo “ci fa bene” guardare ai suoi gesti, parole, incontri…e considerare il modo in cui si pone.
Innanzitutto egli è colui che annuncia la BUONA NOTIZIA
“Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». (Lc 4,14-21)
In questo brano Luca ci vuole dare la chiave di come Gesù impianterà la sua missione e per far ciò usa il libro del profeta Isaia e ci pone dinanzi all’immagine di quel servo che Dio unge e al quale dà una missione. Cristo significa unto, Messia. Egli è colui che Dio sceglie, unge, invia e a cui dà una missione (Per questo mi ha consacrato…)
E in cosa consiste la missione del Cristo? Egli è inviato ai poveri (prigionieri, ciechi, oppressi); è inviato per essere dalla loro parte e esortare tutti noi a fare altrettanto.
Per noi Chiesa la predilezione per i poveri, pertanto, non ha un fondamento etico, sociale, ma ha un fondamento rivelativo e contemplativo. Si legge nella Lumen Gentium che come Cristo ha salvato attraverso la persecuzione e la povertà così dovrà agire la Chiesa.
Don Orione ha contemplato e amato l’umanità di Gesù toccandola nei poveri, negli afflitti negli ultimi… (scarica il video)
E noi? Noi abbiamo dimenticato che i poveri sono “sacramento”. E le nostre comunità sono affette da varie patologie ( invidie, gelosie, corsa al primo posto) a causa “dell’incomprensione dell’eucaristia”: che è farsi pane spezzato, servire.
Una patologia questa che colpiva anche la comunità degli apostoli . Leggiamo nel Vangelo che proprio dopo l’istituzione dell’Eucaristia, subito dopo l’”Ultima Cena”, “sorse tra loro una discussione sul chi fosse il più grande”.
E l’incomprensione eucaristica ci impedisce di riprodurre lo stesso stile di Gesù che di fronte alla sofferenza della gente “sente compassione”, ha compassione intima, profonda, viscerale, li vede come pecore senza pastore
Dobbiamo partire dal Vangelo, dobbiamo partire dal Gesù storico e dalla sua umanità